http://www.androsophy.net/androsophy-androsofia/
Vi consiglio di leggere il pensiero di questo artista al link riportato
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Ti rispondo qui perché non riesco a spedire il commento nel tuo sito.
‘’Se pensassero che l’artista ormai non possa più avere alcuna influenza, non si darebbero tanta pena nel tentare di ridimensionarlo, di addomesticarlo, di assassinarlo. ‘’
E’ un po’ di tempo che non mi vedi, ma non è che non ti seguo. E’ solo a causa di momenti di difficoltà fisica e psicologica. Psicologica perché a volte ti mandano in tilt i racconti di alcuni artisti per altro ‘non sconosciuti’ nel senso comune del termine, ma che cercano di tenere una certa autonomia di pensiero e di azione nei confronti di gallerie con cui hanno firmato contratti, più o meno, capestro.
Felicissima di esserne fuori.
‘’Del resto, l’artista oggi deve essere un’azienda, anzi un brand: lo statement sta all’artista come la “mission” sta all’azienda, ma anche se l’aria che tira è quella, non fa per me, non ho il fisico dell’azienda.’’
Ci vuole molto coraggio per intraprendere certe scelte e percorsi di vita e per questa ragione ho grande rispetto per te e il tuo lavoro, meno per gli artisti che si piangono addosso e che ce l’hanno con certi sistemi solo perché non riescono ad entrarci o tentano di attirare l’attenzione con falso buonismo. Come tu ben sai serpeggia anche tanta finzione tra la categoria. Tanto per essere sinceri.
‘’Per i motivi già elencati, ritengo assolutamente necessario correre questi rischi, per non diventare un fantoccio adatto a qualsiasi ideologia, necessità commerciale e moda, buono a tutto e quindi buono a nulla. L’artista non più operaio culturale ma operaio esecutore, il braccio che delega il pensiero alle menti altrui. ‘’
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